Venerdì 27/06/2014 - Con lo sguardo rivolto al futuro sin dalle sue origini, la Capitale dei Tokugawa era un tempo denominata Edo

L'area dove sorge l'attuale Tokyo era situata in origine in mezzo a una palude e ospitò a lungo solamente un tranquillo villaggio di pescatori.

La situazione mutò profondamente a partire dal 1457, quando Ota Dokan, un vassallo dello shogun di Kyoto, decise di costruire un castello nella zona in cui oggi ha sede il Palazzo Imperiale.

Alla sua morte, la città di Edo , questo era l'antico nome di Tokyo che significa 'porta del fiume', tornò nell'ombra fino a quando nel 1590, Tokugawa Ieyasu vi stabilì il proprio quartier generale.

Lo Shogun trasformò il castello di Ota in una solida fortezza e per oltre due secoli e mezzo la città conobbe uno straordinario sviluppo.

Edo divenne così la capitale politica del Giappone, ma anche la città più potente poiché era l'effettiva sede del potere economico e militare di tutto il paese.

Nel 1603, lo shogun fece costruire il ponte Nihonbashi, da cui partivano cinque ampie strade in direzione delle province, che in futuro divenne il centro ufficiale di Edo; il porto fu successivamente allargato, le colline intorno coltivate e le paludi bonificate, favorendo così un enorme afflusso di contadini, artigiani e mercanti provenienti da tutto il Paese.

In seguito, Tokugawa Iemitsu, nipote di Ieyasu, impose il sistema del 'sankin kotai', che obbligava tutti i i signori feudali detti 'daimyo', a risiedere almeno un anno ogni due a Edo e a lasciarvi la famiglia in ostaggio nei periodi in cui non vi soggiornavano.

Attraverso queste rigide imposizioni, lo Shogun sorvegliava i propri vassalli e impediva loro di fomentare rivolte.

A livello economico le conseguenze della riforma ebbero profonde ripercussioni su Edo e in futuro su Tokyo.

Infatti i signori che necessitavano di una grande quantità di denaro per effettuare gli spostamenti e mantenere le proprie residenze di Edo, divennero sempre più dipendenti dai mercanti che, a poco a poco, arrivarono a

controllare completamente le ricchezze dell'aristocrazia.

Edo divenne così una città dominata dai commercianti che si fecero costruire sontuose dimore e favorirono il diffondersi di ogni sorta di divertimenti.

Il 'kabuki', le feste, la vivacità delle aree commerciali, con le botteghe e i grandi magazzini, testimoniano la grande vitalità di questa classe emergente che insieme a quella dei guerrieri e a quella dei contadini, influenzò profondamente la cultura di Edo.

Quando nel 1868 l'imperatore riacquistò pieni poteri, stabilì la propria residenza a Edo, dove si trovava il potere effettivo che fu poi ribattezzata in Tokyo, la 'capitale dell'Est'.

Riscrivendo la storia del Paese per meglio giustificare la propria origine divina, l'imperatore Meiji diede un nuovo impulso alla capitale, con caute aperture alle influenze occidentali.

Il quartiere di Ginza fu il simbolo di questo processo di lenta occidentalizzazione.

Gli edifici costruiti con i mattoni, i lampioni e i tram conferirono alla città un nuovo volto, prima che il fortissimo terremoto del 1923 e i bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale la radessero al suolo quasi completamente per ben due volte.

Nonostante tutto, rifiutando di adagiarsi sul passato e pensando al futuro, Tokyo ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, imponendosi come una delle più moderne e tecnologiche metropoli del mondo intero.

E questa capacità di guardare con fiducia al futuro rappresenta forse il vero spirito di Edo.

Passatempi

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